Dicono di noi: ‘Il dolore di M.’ storia a lieto fine di solidarietà e altruismo

Gli italiani sono capaci di un cuore grande e di una solidarietà fuori dal comune. E’ così che accadono storie che raccontano di eccezione e di eccellenza. Di speranza. Di sollievo

Per questa storia è proprio il caso di parlare di sollievo. Sollievo dal dolore che per anni ha attanagliato la vita di M., giovane donna, mamma di due adolescenti, affetta da una sindrome chiamata paradossalmente“dolore benigno”. Un dolore continuo, che, giorno dopo giorno, non la abbandonava mai. Fino al mese scorso, quando un’intervento le ha cambiato radicalmente la vita, portandole quel sollievo che tanto aveva cercato.

Ma la grandezza della storia non sta tanto nel buon esito dell’operazione, quanto nella capacità di collaborazione, nella disponibilità e nell’altruismo, oltre alla professionalità, di tre uomini – il dott.Danilo Gioacchini, medico di base della signora M., il dottor Fabio Conforti, direttore del Centro Medico di Spoleto e il Sig. Alberto Neri, presidente dello stesso CMS – che hanno unito le forze e hanno donato senza riserve la possibilità di una vita nuova e nuova speranza, prodigandosi e spendendosi senza chiedere nulla in cambio.

Certo questa non può essere la regola, il sistema sanitario, in Italia, dovrebbe poter assistere in tutti i casi di malattia e sofferenza. Ma oggi restiamo lontani dalle polemiche sulla burocrazia e i suoi derivati, sui pro e contro dell’umana pietas senza limiti e confini che tanto ci coinvolgono in sterili discussioni da social network. Oggi, proprio dagli stessi canali, raccogliamo le parole toccanti del Dott. Giocchini:

“M. e’ una mia giovane paziente che ha da tempo lasciato il suo paese dell’est europeo con due figli piccoli, carica di una forza interiore di rinascita che non l’ha mai abbandonata. Anche quando, anni fa, é iniziato il suo dramma, una sindrome dolorosa devastante, che ha attaccato la colonna lombare e gli arti inferiori; lo chiamano “dolore benigno”, perché non deriva da un tumore, ma è una questione semantica. È stato talmente devastante da sconvolgere e ribaltare la sua qualità di vita, relazionale e lavorativa. Non ha mai mollato, M., ha assunto tutti i farmaci antalgici che la scienza mette a disposizione, nelle più varie formulazioni , continuando a lavorare e venire nel mio studio sfruttando le forze residue e resistendo ad importanti effetti collaterali finché ha potuto, con una dignità che poche volte ho incontrato.

M. non ha soldi, ha due ragazzi adolescenti , non lavora attualmente. Ha affrontato un intervento chirurgico alla colonna, ha sperato, ma poi di nuovo il dolore che torna, più aggressivo che mai. Le ho proposto un incontro con Fabio Conforti, direttore sanitario del Centro Medico Spoleto, mio Maestro di terapia antalgica e medicina. Ed ora sono qui a ringraziare, come persona e come medico, perché Fabio si è appassionato al caso come e più del suo solito; ha messo a disposizione tempo, sapere e saper fare, senza chiedere denaro, con un entusiasmo generato sia dalla complessità del caso clinico che da quella di vita della Paziente. Il percorso terapeutico, circa un mese fa, ha previsto l’impianto di un catetere peridurale, ovvero di un “tubicino” inserito in prossimità dell’emergenza delle radici nervose interessate, nel canale lombare, fatto poi scorrere sotto la cute fino ad arrivare all’addome, dove, sboccando in serbatoio perforabile da aghi, crea un tramite diretto per la somministrazione di potenti farmaci contro il dolore, che il paziente può autosomministrarsi, in sicurezza e tranquillità, adeguatamente istruito…

Il problema? Ovviamente il costo. La procedura comporta l’utilizzo della sala operatoria, di un kit specifico di impianto, di farmaci, e dell’ausilio di un infermiere professionale esperto. Ne abbiamo parlato al Sig. Albero Neri, fondatore dello studio polispecialistico menzionato. Da uomo pratico, sono bastate poche parole, da persona sensibile, ha dimostrato tanta solidarietà. L’intervento è stato eseguito, gratuitamente e con relativo successo. M. ha trascorso un mese come non ne ricordava da anni. Probabilmente dovrà fare altro, per guarire o controllare il dolore. Intanto grazie; grazie a Fabio ed Alberto, per una disponibilità rara da trovare, testimone di una dedizione professionale ed umana che riporta l’arte medica alle sue vere origini e significato“.

fonte: Tuttoggi.info

Leave a reply