I corpi mobili. Presso il Centro Medico Spoleto un accurato controllo oculistico

I corpi mobili: “mosche volanti”, punti neri o fili simili a ragnatele fluttuanti davanti agli occhi, un disturbo comune a molti

La percezione di “mosche volanti”, punti neri o fili simili a ragnatele fluttuanti davanti agli occhi, rappresenta un disturbo frequente riferito da tantissime persone anche molto giovani. Tale sintomatologia, anche se allarmante alla sua comparsa, non deve essere motivo di preoccupazione in quanto, nella maggior parte dei casi, è dovuta alla formazione di semplici corpi mobili o miodesopsie.

Le miodesopsie

Al di là della loro percezione, i corpi mobili generalmente non sono responsabili di malattie agli occhi. Sono, infatti, il frutto di alterazioni del vitreo (cioè la “gelatina” che riempie il nostro occhio), che compaiono dopo una certa età, o, più precocemente, dopo traumi oculari e in alcune patologie oculari e sono più frequenti nei soggetti miopi. Il vitreo con l’età va incontro a liquefazione (diventa come la chiara dell’uovo),dando luogo alla formazioni di aggregati fibrillari, più o meno densi, che “galleggiano” nelle aree fluidificate del vitreo con caratteristici post-movimenti e vengono percepiti dal paziente come mosche volanti o fili di ragnatela, soprattutto nelle giornate con sole o guardando una parete bianca o il cielo chiaro. Seppur non grave la loro comparsa è una condizione che rende comunque indispensabile un’accurata visita oculistica. L’ulteriore fluidificazione del vitreo, più avanti con l’età, solitamente dopo i 65 anni, porta al collasso del vitreo che si concretizza nel “distacco posteriore di vitreo”, fenomeno improvviso associato a percezione di lampi o flash nella parte laterale del campo visivo oltre che i punti neri fluttuanti. Tale condizione spesso allarma il paziente ed in questo caso, la visita oculistica con valutazione del fondo oculare è obbligatoria.

Che cosa sono?

I corpi mobili o miodesospsie, sono dovuti a condensazione del collagene vitreale da fibre collagene e acido ialuronico.

La capacità di quest’ultimo di legare le molecole d’acqua è alla base del mantenimento della struttura del gel vitreale. Caratteristica delle miodesopsie è che sono dotate di post-movimenti cioè, si spostano in sincronia con i movimenti dell’occhio, ma quando l’occhio si ferma, proprio perché galleggiano nella parte fluidificata del vitreo posteriore, proseguono per inerzia nel loro percorso. Vengono quindi percepite non come macchie fisse, ma come conchiglie che seguono il moto ondoso al di sopra della sabbia. Nonostante siano fastidiose, si tratta comunque di manifestazioni benigne che nella maggior parte dei casi, soprattutto quelle più piccole, si risolvono da sole in qualche mese e che non hanno dirette influenze sullo stato oculare.

Solo in una bassa percentuale dei casi sono più grandi e tendono a persistere per anni recando un notevole disagio nella vita quotidiana. Comunque, circa il 15% dei pazienti con distacco acuto del vitreo sintomatico (associato a lampi, o fosfeni, numerosi corpi mobilie o appannamento della vista) presenta delle rotture retiniche periferiche e se si associa emorragia vitreale il rischio di avere delle lacerazioni retiniche sale al 70%. Quindi la percezione di una miodesospsia, piccola o grande che sia, necessita di un accurato controllo del fondo oculare da parte dell’oculista che dovrà essere ripetuto a circa 4-6 settimane di distanza in caso di distacco di vitreo incompleto o lesioni periferiche della retina a rischio.

Occhio umano

Struttura dell’occhio umano

La comparsa di miodesopsie (corpi mobili) ed il distacco posteriore di vitreo sono problemi tipici, anche se non esclusivi, dell’età adulta, proprio perché sono le naturali conseguenze di un invecchiamento del vitreo con aumento relativo della componente fluidificata a spese del gel vitreale, ma possono essere percepite anche da soggetti molto giovani. Condizioni che possono favorire la loro comparsa nei soggetti più giovani sono:

  • la miopia (soprattutto quella elevata) in quanto nel miope l’occhio è più lungo del normale, il corpo vitreo non riesce a seguire lo sviluppo della retina a cui aderisce, si liquefa più precocemente ed al suo interno, si formano molto più facilmente delle impurità e delle opacità. Inoltre la retina del miope è più sottile di quella normale ed è per questo motivo più esposta alla trazione del vitreo ed a possibili lacerazioni (che sono del tutto indolori ecco perchè e “obbligatorio” il controllo del fondo oculare alla comparsa di una miodesospia). Anche la percezione di lampi luminosi è in questo caso più frequente.
  • nei traumi o nelle infiammazioni interne dell’occhio. Molti pazienti riferiscono di aver notato la comparsa di miodesopsie dopo essersi abbassati o dopo aver urtato la testa o l’orbita (pallonata, contusione orbitaria o frequentemente anche dopo il “colpo di frusta”). Si è realizzato molto probabilmente, in questi casi, oltre che una liquefazione, un distacco posteriore precoce traumatico parziale del vitreo posteriore che necessita di un controllo del fondo oculare per la ancora forte aderenza esistente tra vitreo e retina nel giovane (più facili rotture retina). Anche infiammazioni interne dell’occhio (iridocicliti, uveiti, corioretiniti, etc.) sono responsabili di una precoce liquefazione del gel vitreale con risposta infiammatoria dello stesso che oltre a determinare un distacco del vitreo può dar luogo alla formazione di corpi mobili.

Mediante la visita e soprattutto grazie all’esplorazione del fondo dell’occhio con la pupilla dilatata, l’oculista può visualizzare la periferia della retina e vedere se ci sono rotture retiniche e/o degenerazioni o anomale aderenze del vitreo legate proprio alla liquefazione ed alla trazione del vitreo. L’esame viene effettuato dopo aver instillato nell’occhio qualche goccia di uno collirio che fa dilatare la pupilla e lo specialista può, mediante un caschetto oftalmoscopico e con l’uso di alcuni lenti particolari, semplicemente appoggiate o avvicinate sull’occhio, controllare tutta la retina compresa la porzione più anteriore (quella più nascosta) e le eventuali trazioni del vitreo su questa. In caso di distacco acuto del vitreo è opportuna effettuare una visita oculistica in tempi brevi e dopo questa effettuarne un’altra a distanza di 20-40 gg, per valutare il completo distacco del vitreo ed escludere eventuali complicazioni.

A volte è colpa del mal di testa – La Cefalea Oftalmica

Non sempre la visione di lampi dipende dagli occhi: esiste un tipo specifico di mal di testa (chiamato per l’appunto “cefalea oftalmica”) che si annuncia proprio con lampi e stelline, o con serpentine luminose ( aura) che si presentano improvvisamente nel campo visivo in pieno benessere circa 20-40 prima dell’insorgenza del mal di testa. A differenza di quanto si verifica con la stimolazione della retina, queste luci sono però colorate e appaiono come una linea spezzata luminosa (una sorta di spirale, a volte come un caleidoscopio, a volte a zig zag) che insorgono in posizione centrale che aumenta di dimensioni sino a poter occupare tutto il campo visivo e non esclusivamente perifericamente come i fosfeni. Inoltre, tali bagliori, che hanno una durata maggior (non sono “flash”), improvvisamente si attenuano e scompaiono.

La Terapia

La maggior parte dei prodotti per il vitreo in realtà sono integratori antiossidanti (beta-carotene, vitamine dl gruppo C, del gruppo E, minerali, etc.) partendo dall’osservazione scientifica che il collasso del vitreo e la formazione delle miodesospiesi verifica per un processo d’invecchiamento delle fibrille collagene secondario ad un aumento dei radicali liberi. Quindi l’azione in questo caso sarebbe preventiva più che curativa.

Altro gruppo di farmaci si basa sull’osservazione che in condizioni di disidratazione (in climi aridi e secchi, durante l’estate, scarso apporto idrico, etc.) è più facile che si abbia un collasso del vitreo con la nota sintomatologia. Quindi un corretto apporto idrico ed equilibrato di sali minerali avrebbe un’azione protettiva allo sviluppo di un distacco del vitreo.

La terapia chirugica mediante vitrectomia e la terapia con laser (Neodymium-Yag) è utilizzata solo in casi particolari e selezionati.

 

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